Fin dall'antica Grecia esso è rintracciabile nella tradizione dei rapsodi e degli aedi, una sorta di poeti narratori che , avvalendosi spesso del talento dell'improvvisazione , univano alla recitazione dei versi l'accompagnamento musicale della lira.

Non è escluso che , in epoche successive , gli stessi poemi di Pindaro ed Alceo si avvalessero di appositi accompagnamenti musicali.

Già nel periodo ellenico , ma ancor più nella tradizione Latina, si assiste ad un vero e proprio uso della

parola finalizzato all'effetto sonoro legato non solo al linguaggio della poesia, ma anche a quello della prosa : ciò è evidente nella ricerca della musicalità del verso attraverso la scelta dei vocaboli ,che ha in Virgilio ed Apuleio gli esempi più eclatanti.

Quando presentai "Novantanove" all'amico Gabriele Moroni, noto critico musicale , discutemmo a lungo del rapporto tra musica e poesia : proprio lui mi parlò di un poema del '300 ,"Remede de Fortune ", nel quale l'autore Guillaume Machaut ,che era anche un celebre compositore , aveva inserito dei frammenti di partiture musicali che si potevano accompagnare ai versi.

Più vicino ai nostri tempi, la forma del "Lied" configura un esempio assai importante del rapporto musica-poesia, in quanto tale composizione presuppone una pari valenza artistica della parte musicale e di quella del testo, a differenza di altri forme compositive più "leggere"( e più vicine se vogliamo all'odierno concetto di "canzone") denominate "Aria "e "Romanza".

Le innovazioni del linguaggio subentrate dai simbolisti in poi, e comunque tutte quelle comprese nelle

filosofie che sono alla base del decadentismo , rappresentano l'apoteosi del rapporto trasversale tra le discipline artistiche , con magnifici esempi di interrelazione tra testo poetico e musica .

Innanzitutto , per merito della nuova concezione poetica introdotta dai poeti simbolisti, la poesia stessa tenta di farsi musica, suono , attraverso l'accurata scelta dei vocaboli ed il loro inedito accostamento . La parallela ricerca in musica di nuovi territori sonori culminante nell' opera di Debussy non poteva che portare a mirabili esempi di partiture ispirate a testi poetici come , ad esempio , "Prelude a L'Après midi d'un faune ", musicato dallo stesso Debussy sull'omonimo testo di Mallarmé.

Tante altre testimonianze ed approfondimenti meriterebbe un argomento così ricco di suggestioni e momenti artistici irripetibili, tale da divenire , per chi se ne lascia trasportare , un universo dove la conoscenza si identifica immediatamente nel piacere .

E' questa la ragione per cui ho cercato di raccontare la singolare esperienza che in "Novantanove " ha legato musica e poesia e mi ha permesso , durante questi anni, di seguire un percorso parallelo nel mondo del suono e in quello della parola.

L'esigenza di scrivere è nata qualche anno dopo che la musica per me iniziasse a diventare un elemento centrale, ma è quasi contemporanea alla realizzazione dei miei primi brani per

pianoforte solo.

Giorgio Gaslini, nella prefazione a "Novantanove ", afferma che la mia poesia non è "musica trasferita", ma vera poesia fatta di parole: in effetti, è stato proprio il suono delle parole ad attirarmi nel mondo della poesia, e , devo dire con sincerità, più precisamente il suono delle parole latine.Per questo motivo una delle prime poesie di "Novantanove" (nel libro ho rispettato l'esatto ordine cronologico della scrittura originaria ) si intitola "De Rerum Natura ", ed è ispirata all'omonima

opera di Lucrezio.

Come i suoni possono interagire in infinite combinazioni , così le parole possono superare i loro normali rapporti di convivenza e creare accostamenti inediti, per suggerire non solo immagini o sensazioni complesse , ma anche le loro sonorità.

Questo modo di procedere, così vicino al simbolismo , e la sua applicazione a stimoli provenienti dai più svariati ambiti artistici, ha originato la poesia di "Novantanove", una naturale sintesi di quanto ho avuto modo di apprendere dal mondo dell'arte. All'inizio non mi resi conto che ,di tanto in tanto , rimeditando sulle poesie , iniziavo a raccogliere degli "appunti" musicali a loro ispirati. Non mi resi conto al punto che , nonostante abbia pubblicato nel 1992 e nel 1994 due CD di pianoforte solo , non c'è traccia all'interno di essi di qualcosa che riguardi le poesie : era evidente quindi che questi "appunti " musicali, pur essendo delle composizioni autosufficenti, appartenevano in realtà ad un mondo diverso e strettamente in simbiosi con la poesia.

Secondo Sigmund Freud la "poeticità ", che è alla base dei fenomeni dell'arte , è la capacità di rendere partecipe chi fruisce dell'opera artistica delle stesse sensazioni provate dall'autore nel momento in cui l'ha creata . Nel mio caso , il riprovare le sensazioni derivanti dalla poesie ha determinato una rielaborazione di esse attraverso il linguaggio della musica : talvolta questo processo è avvenuto in maniera istantanea, talvolta a distanza di anni.

Come ho scritto nell'introduzione contenuta all'interno del CD di "Novantanove ", la musica ha utilizzato delle logiche molto differenti nel ripercorrere quel labirinto di sensazioni derivanti dalla poesia .

A volte questo rapporto è immediatamente afferrabile : ad esempio la poesia "Stili Life " prende il nome da un titolo molto caro ai maestri della Pop Art, ed il relativo brano pianistico è assai vicino al minimalismo , corrente musicale praticamente contemporanea della Pop Art. "Il male oscuro " è una poesia dal rimo incalzante , scritta in 17 righe , e la corrispondente musica si articola, carica di tensione , attraverso 17 modulazioni armoniche.

Altre volte tale rapporto costituisce un mistero anche per me.

Questa è la ragione per cui il libro ed il CD sono due realtà diverse , ma pronte ad interagire in qualsiasi momento lo si voglia : da una parte la poesia, dall'altra la musica , in modo che ognuno possa ricostruire liberamente dentro di sé il loro misterioso ed affascinante rapporto.

Roberto Mazzanti

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